La Leadership nell'era Moderna: il declino del modello "Maschio Alfa"
- Scritto da Alessandro Giacchino
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Nel suo ultimo libro "Humble", frutto di varie ricerche sociologiche, il prof. Van Tongeren rileva che oggi i Manager vincenti puntano più sull'umiltà che non sulle attitudini al comando
Lo stereotipo del passato associava al concetto di Leadership attributi quali la grinta, l'aggressività, l'audacia, la fiducia in sé stessi, l'autostima. Elementi che ritroviamo nel cosìdetto "Maschio Alfa", presente in tutte le specie animali, compreso l'uomo, che in alcuni casi, oltre a guidare il gruppo, è l'unico che ha accesso all'accoppiamento presuppondendo che essendo un essere superiore contribuirà al rafforzamento della propria specie dando vita a nuove generazioni che ne ricalchino le caratteristiche. Salvo poi avere scontri tra "Maschi Alfa" tra i quali, alla fine, emergerà il più forte - o il migliore - migliorando ulteriormente le condizioni del proprio gruppo.
Bene. Stando agli studi e alle ricerche condotte dal prof. Daryl Van Tongeren, psicologo e docente dell'Hope College di Holland, nel Michigan, istituzione fondata nel 1851 con l'obiettivo di formare l'istruzione e l'integrazione degli emigranti che arrivavano negli USA provenienti dall'Olanda, le caratteristiche del Maschio Alfa mal si sposano nella società attuale nella quale il grado di istruzione medio delle persone è cresciuto notevolmente, così come la circolazione delle informazioni e l'accesso a contenuti di ogni livello.
L'intelligenza collettiva diventa quindi prioritaria rispetto a quella del singolo e di conseguenze risulta molto più importante puntare sull'umiltà quale fattore di coinvolgimento del gruppo, fattore indispensabile per stimolare la creatività e creare relazioni empatiche.
Il libro "Humble: Free Yourself from the Traps of a Narcissistic World"
Tutti questi concetti sono stati ben illustrati, corredati dei fattori derivanti dalle ricerche condotte dai ricercatori dell'Università e arricchite di vari aneddoti ricavati direttamente dagli intervistati, nel libro pubblicato lo scorso settembre "Humble: Free Yourself from the Traps of a Narcissistic World" disponibile in formato digitale nella libreria di Amazon.
Stando al prof. Van Tongeren, l'Umiltà risulta oggi essere la caratteristica fondamentale per ottenere il consenso e guidare efficacemente il gruppo che è stata affidato al Manager e che su questo elemento deve basare la propria Leadership. In altre parole, guidare senza comandare.
A dar rilievo a questa tesi concorrono vari fattori che risultano determinanti per accoglierla con favore e farla propria. Per certi versi è un insegnamento che viene da molto lontano, da un tale nato oltre 2000 anni fa e del quale ancora oggi celebriamo il Natale, ma che troppo spesso viene ignorato o dimenticato.
L'Umiltà non è un segno di debolezza, ma di grande forza
Spesso siamo siamo portati a pensare che chi grida di più, chi afferma le proprie tesi con grande fermezza e senza ammettere contraddizioni sia un Leader di grande forza e con un grande seguito. In realtà, è vero proprio il contrario. Gli studi del prof. Van Tongeren dimostrando che chi assume tali comportamenti in realtà inibisce i componenti del proprio gruppo, riducendoli - forse - alla obbedienza, ma certo non stimolandone le capacità e la voglia di contribuire attivamente allo sviluppo delle attività. Fattori che, per contro, vengono amplificati da un clima positivo, di stima reciproca e con voglia di condividere, per il quale l'empatia risulta molto più efficace e determinante.
La condivisione delle informazioni, l'assunzione di diversi punti di vista, il rispetto delle intelligenze altrui consente di raggiungere traguardi altrimenti considerati impossibili da ottenere. Per certi versi, questo è proprio un punto in antitesi con la ricerca di talenti sottolineata e magnificata da molte teorie di management attuali, puntualmente evidenziate nelle ricerche di personale, così come già sottolineato in questo stesso blog con pezzi quali "Talenti, no grazie" pubblicato addiritturra qualche anno fa...
Obiettivo del Leader diventa quindi favorire la condivisione delle informazioni, il continuo sviluppo della cultura, il convolgimento delle persone creando un rapporto tra pari con il manager facilitatore più che capo del Team. Il denominatore comune deve essere l'empatia e la stima reciproca, capaci di innescare meccanismi positivi nella collaborazione trasversale tra le persone.
Secondo fattore vincente, imparare dagli errori capitalizzandone gli insegnamenti senza criminalizzarne i colpevoli
Instaurato un positivo clima di collaborazione, diventa importante considerare che chiunque fa è esposto al rischio di commettere errori. E se l'errore viene punito, nessuno più vorrà rischiare di pagarne le conseguenze con il risultato che il gruppo si sentirà poco stimolato alla crescita e al miglioramento. Per contro, in un ambiente di stima reciproca, qualsiasi errore verrà considerato come parte della attività e pertanto si potranno prendere i provvedimenti per evitarne la ripetizione e minimizzarne le conseguenze.
Per contro, se nel gruppo prevale la competizione tra individui, ogni errore sarà strumentalizzato e anziché essere affrontato come insegnamento sarà considerato un mezzo per punire o penalizzare i colleghi. Una situazione che qualsiasi Leader, in quanto tale, dovrà prevenire, scongiurare e, nel caso, trasformarne gli effetti negativi in insegnamenti positivi.
Concetti che lo stesso autore illustra in modo chiaro e dettagliano in questo filmato su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=autfRbA4qNM
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