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In cerca della felicità

I suggerimenti per essere più felici ed esserlo più a lungo

Al Bano Romina, inno alla FelicitàNel 1982, Al Bano e Romina Power cantavano Felicità è tenersi per mano andare lontano, è il tuo sguardo innocente in mezzo alla gente, è restare vicini come bambini, è un cuscino di piume, l'acqua del fiume che passa che va, è la pioggia che scende dietro alle tende, è abbassare la luce per fare pace…

Una visione della felicità assolutamente condivisibile, fatta di relazioni, di sentimenti, di cose semplici rappresentate in altri versi della canzone, senza alcun riferimento al materialismo, al costruirsi una posizione, alla competitività che ormai permea tutto il nostro quotidiano.

Anni fa, in coda ad una conferenza stampa alla quale sono stato invitato in Florida, ho aggiunto qualche giorno di vacanza che ho trascorso nella Repubblica Domenicana. Lì ho conosciuto un ragazzo di 18 anni che come mestiere affittava sdraio e ombrelloni sulla spiaggia. Nessuno stipendio: una piccola percentuale sugli incassi quotidiani, ma in caso di pioggia nessuna paga… Il ragazzo viveva sull’oggi, senza mai pensare al domani. Un giorno mi dice “Domani sarà il mio compleanno. Vorrei avere 20 dollari per comprare delle birre da bere con gli amici”. Glieli ho subito regalati io.

Alle 17, ora nella quale ai tropici tramonta il sole mi viene a salutare e mi dice: “Accompagnami al mercato, voglio comprare un ventilatore. Costa 30 dollari: 10 li ho guadagnati oggi, 20 me li hai regalati tu, così desidero renderti partecipe del mio acquisto.” Ma come, gli domandai: “E le birre per il tuo compleanno? E con cosa ceni stasera?” “Mucho Calor, mucho calor, oggi il ventilatore. Domani? Non so, vedrò", mi rispose, "ora sono felice così. Per la cena vedrò, e al massimo non mangio e per domani, vedrò domani!"

Saranno passati almeno 20 anni da questo episodio, ma per me quella è stata una grande lezione sulla via della felicità: i troppi pensieri legati al domani, al futuro ancora più lontano ci impediscono di assaporare le gioie del minuto che stiamo vivendo. E da qui, l’insorgere delle preoccupazioni, dello stress che minano la nostra felicità, troppo spesso condizionata dal volere di più, tralasciando gli affetti, le relazioni e ottenebrando la nostra capacità di godere delle piccole cose... 

A integrazione di queste osservazione, arrivano i dati raccolti dal General Social Survey (GSS) in 34 anni di ricerche che indicano che le persone felici dichiarano di essere più impegnate in attività sociali, nelle relazioni, nella religione e nella lettura, trascorrendo, in media, molto meno tempo davanti alla televisione di coloro che invece lamentano la propria mancanza di felicità. Non per nulla, l’isolamento impostoci in seguito alla pandemia Covid hanno destabilizzato molte persone e ne hanno accentuato la conflittualità totalmente a scapito della felicità.

Le strade che portano ad accrescere la propria felicità

Come indicato nel mio post “Come misurare la Felicità”, trattandosi di una condizione essenzialmente soggettiva, misurare la felicità non è possibile, mentre si possono rilevare i comportamenti che accomunano le persone che si dichiarano di essere felici. Eccone quindi alcuni:

1. Stare con gli altri e dare, non necessariamente del denaro o dei beni materiali, ma anche solo della compagnia o del conforto aiuta prima di tutti sé stessi. Questo perché aiuta ad apprezzare ciò che si ha e quindi di essere maggiormente consapevoli della propria condizione in relazione alla felicità. Le persone più felici sono normalmente quelle che sono sempre in contatto con la propria famiglia, i vicini, gli amici. Le relazioni fungono da antidoto contro la depressione. Un male in forte crescita nella nostra società, anche a causa del progressivo isolamento delle persone che trascorrono buona parte della giornata davanti alla televisione. Isolamento che oggi, grazie alle tecnologie digitali, come Whatsapp, le Chat, i Social, le videoconferenze, può essere scongiurato, ma che va coltivato regolarmente dalle persone che voglio esser felici. Oltretutto, aiutare gli altri può avere effetti positivi diretti anche su sé stessi sul piano materiale: uno studio di Harvard ha concluso che i dipendenti più propensi ad aiutare i colleghi avevano una probabilità 10 volte maggiore di concentrarsi sul lavoro e il 40% in più di ottenere una promozione. Lo stesso studio ha mostrato che le persone che fornivano costantemente supporto sociale avevano maggiori probabilità di essere felici durante i periodi di forte stress.

2. Autostima e volersi bene aiutano ad esser felici, ma per essere davvero felici bisogna volerlo. Le persone felici perseguono costantemente la propria felicità e cercano di interiorizzarla e viverla intensamente anche nei momenti più difficili che attraversano. In sostanza, hanno cura di sé, della propria salute fisica, mentale, emotiva e spirituale, evitando qualsiasi eccesso. Hanno una innata propensione a veder il positivo in tutto ciò che le circonda, anche negli eventi più incresciosi o drammatici. A questo proposito, è impressionante ascoltare le interviste di alcuni ucraini che hanno perso tutto in seguito alla distruzione della propria casa colpita da missili: “Siamo vivi e felici di esserlo. Le cose vanno e vengono, ma noi siamo vivi e questo ci rende felici”!  Volersi bene è anche farsi di tanto in tanto un regalo, togliersi uno sfizio, cercare un complimento dagli altri. La felicità è fatta anche di atteggiamenti: “ridi e il mondo di sorriderà” recita un detto popolare, mettere energia ed entusiasmo in ciò che si fa, non solo aiuta nel proprio ego, ma fornisce anche la capacità di trascinare sé stessi e gli altri che ci circondano verso traguardi altrimenti irraggiungibili. Per di più, bisogna essere consapevoli che la vita è fatta di alti e bassi: ai momenti no ne seguiranno altri più favorevoli, aiutandoci ad apprezzarli proprio nel differenziale che scaturisce in questa alternanza.

3. Strettamente correlato al punto precedente, occorre ricavarsi degli spazi per il divertimento, per il gioco, per coltivare qualche hobby. Su cosa sia effettivamente il divertimento tornerò in un prossimo post. Per il momento mi preme sottolineare che il divertimento non deve essere episodico, ma deve avere un suo spazio costante nella quotidianità, andandolo anche a cercare in piccole cose come un fiore che sboccia, cantare una canzone che non si sentiva da tempo, improvvisare un passo di danza su un ritmo coinvolgente sentito alla radio. Anche fare cose nuove, mai neppure ipotizzare, può dare un grande piacere stimolando emozioni e sfide che comunque partecipano a creare gloria e felicità.

4. Come insegnato dal mio amico Miguel, vivere il presente aiuta ad essere felici: proiettarsi costantemente nel futuro genera ansie e preoccupazioni, mentre vivendo nel passato, ovvero di ricordi e rimpianti, porta inesorabilmente alla depressione. Si tratta di prendere sempre le decisioni che portano verso la felicità: se non si possono cambiare i contesti, le situazioni, le persone felici cambiano le loro prospettive, rivedono gli obiettivi, cercano costantemente il lato positivo anche di fronte alle peggiori avversità. Se ciò che si sta facendo o le persone che si stanno frequentando non danno gioia, felicità, meglio smettere subito di farlo. Bisogna ascoltare il proprio cuore, percependo i segnali di avvertimento che inducono alla negatività. In questo, la meditazione, anche non formale o strutturata, ma fatta solo di pensieri intimi può essere di grande ausilio. 

5. Pensare sempre positivo e non mollare mai: questa è la chiave del successo degli imprenditori, ma è anche un buon viatico verso la felicità. In pratica, bisogna ricordarsi che a fronte di ogni problema c’è sempre una soluzione. Le persone infelici vedono il problema, gli imprenditori fanno del problema l’innesco di una soluzione sulla quale potranno costruire. Lo stesso va fatto puntando sulla ricerca della felicità: quando dal problema scaturisce una soluzione se ne sarà orgogliosi, avendo fatto un nuovo passo in avanti verso la felicità. Ma bisogna anche ricordarsi di non mollare mai: se la soluzione individuata non viene attuata, si può entrare in uno spiacevole stato di frustrazione imputabile solo al non aver completato quanto deciso. E allo stesso modo, se la soluzione non si rivela quella corretta, invece di arrendersi occorre capitalizzarne gli insegnamenti per sviluppare una nuova soluzione!

6. Le persone più felici si danno sempre degli obiettivi, degli scopi sui quali impegnarsi non solo per dare un senso alla propria vita, ma anche per avere delle occasioni per trarre soddisfazione dal proprio operato. La consapevolezza connessa alla felicità è tuttavia darsi degli obiettivi e dei traguardi raggiungibili facendosi eventualmente aiutare nella loro valutazione e nel loro raggiungimento. Porre l’asticella troppo in alto rispetto a ciò che si è effettivamente in grado di fare, non solo impedisce il perseguimento della felicità, ma può portare verso pericolosi stati di stress e depressione. Un ulteriore ingrediente, in quest’area, è etichettabile come la capacità di compartimentare le proprie emozioni: il fallimento di una iniziativa non deve compromettere tutti gli aspetti della propria vita, ma deve limitare i propri effetti solo su una piccola porzione del proprio io.

7. Pur avendo un certo peso, la ricchezza materiale è solo una piccola parte dell'equazione. Nel suo libro “The How of Happiness”, Sonja Lyubomirsky, docente di psicologia dell’Università della California, ha documentato che nel 1940 gli americani che dichiararono di sentirsi "molto felici" fecero segnare un punteggio medio di 7,5 su 10. Nell’ultima indagine di questo tipo, fatta nel 2008, il punteggio medio si è fermato a 7,2 nonostante il livello medio di ricchezza e di benessere sia molto cresciuto, con i redditi più che raddoppiati anche in relazione al costo della vita, con l’affermarsi delle tecnologie, digitali e non, con il miglioramento delle cure sanitarie, della qualità dei mezzi di trasporto e così via dicendo. Quindi, non solo il materialismo non porta felicità, ma può persino trasformarsi in un suo nemico. Uno studio ha esaminato gli atteggiamenti di 12.000 matricole quando avevano 18 anni, quindi ha misurato la loro soddisfazione per la vita all'età di 37 anni. Coloro che da matricole avevano espresso aspirazioni materialistiche due decenni dopo sono risultati molto meno soddisfatti della propria vita dei loro colleghi meno attratti da carriera e ricchezza. A integrazione di questa osservazione concorre uno studio della Northwestern University che ha misurato i livelli di felicità delle persone normali rispetto a coloro che avevano vinto grandi premi della lotteria l'anno prima. La sorpresa è stata scoprire che le valutazioni di felicità di entrambi i gruppi erano praticamente identiche. Da qui, la conclusione che anche gli eventi più favorevoli della vita non ne determinano necessariamente la felicità che in questi casi si dimostra transitoria, se non addirittura fugace. La felicità che dura si conquista attraverso le proprie abitudini coltivandole giorno per giorno. 

… e tornando da dove siamo partiti

Felicità

È un biglietto d'auguri pieno di cuori, la felicità

È una telefonata non aspettata, una spiaggia di notte, l'onda che batte, una mano sul cuore piena d'amore, ...

Ultima modifica ilLunedì, 14 Novembre 2022 11:24

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